L’alba si è
fatta
profumo di
rose.
Rosa di maggio,
abbarbicata sul
muro vetusto;
affresco di
vita
corroso dagli
scherni del tempo.
Tappeto di
petali bianchi
sul selciato di
dolci primavere.
Fra gli agrumi
imbiancati dai fiori,
mano nella mano
di mio padre,
stretta,
stretta,
al richiamo del
cuore di mamma,
ansioso,
protettivo.
Diventeranno
frutti copiosi,
allieteranno
tavole imbandite
tra gli amici
dell’allegria,
svaniti nei
rivoli
del più salubre
inganno.
In fondo, oltre
la siepe,
scorgere i
ceppi temprati dagli anni;
offrono ancora
nuova vegetazione,
nuove foglie,
tenere e indifese,
al soffio di
vento.
Alda Merini
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