lunedì 31 agosto 2015

E' l'abbraccio



E’ l’abbraccio una porta invisibile
che appare d’improvviso
quando due anime
e due corpi si incontrano.

La porta attraverso il quale
l’uno entra nell’anima dell’altro
ma non c’è bisogno di bussare
né di chiedere il permesso.

E’ una porta che si apre
nel momento stesso
in cui si allargano le braccia
verso l’altro
in segno di amicizia e di amore.

E’ apertura
io sono entrato per questa porta
conduceva al tuo cuore,
alla tua anima.

Anche tu hai fatto altrettanto.

Era una porta alta e larga
non era stretta
perché un abbraccio
si da con le braccia aperte
e non strette.

Varcata questa porta
si entra in una dimensione di intimità,
tale che nessun testo
per quanto sia esplicativo
può descriverne la sensazione.

Un angolo di Cielo

Enrico Mancini




domenica 30 agosto 2015

La poesia



Nella mia mente è sopita una poesia
che esprimerà la mia anima intera.
La sento vaga come il suono e il vento
eppure scolpita in piena chiarezza.

Non ha strofa, verso né parola.
Non è neppure come la sogno.
E' un mero sentimento, indefinito,
una felice bruma intorno al pensiero.

Giorno e notte nel mio mistero
la sogno, la leggo e riprovo a sillabarla,
e sempre la parola precisa è sul bordo di me stesso
come per librarsi nella sua vaga compiutezza.

So che non sarà mai scritta.
So che non so che cosa sia.
Ma sono contento di sognarla,
e una falsa felicità, benché falsa, è felicità


Fernando Pessoa



sabato 29 agosto 2015

La notte


Ma la notte ventosa, la limpida notte
che il ricordo sfiorava soltanto, è remota,
è un ricordo. Perdura una calma stupita
fatta anch'essa di foglie e di nulla. Non resta,
di quel tempo di là dai ricordi, che un vago
ricordare.
Talvolta ritorna nel giorno
nell'immobile luce del giorno d'estate,
quel remoto stupore.
Per la vuota finestra
il bambino guardava la notte sui colli
freschi e neri, e stupiva di trovarli ammassati:
vaga e limpida immobilità. Fra le foglie
che stormivano al buio, apparivano i colli
dove tutte le cose del giorno, le coste
e le piante e le vigne, eran nitide e morte
e la vita era un'altra, di vento, di cielo,
e di foglie e di nulla.
Talvolta ritorna
nell'immobile calma del giorno il ricordo
di quel vivere assorto, nella luce stupita.

Cesare Pavese