e, dentro, gli sguardi
non hanno bisogno di fare caso agli oggetti
che sono già precisamente nella memoria.
Conosco le abitudini e gli animi
e quel dialetto di allusioni
che ogni raggruppamento umano ordisce.
Non ho bisogno di parlare
né di mentire privilegi;
bene mi conoscono coloro che qui mi circondano,
bene sanno le mie angosce e la mia debolezza.
Questo è raggiungere ciò che è più alto,
ciò che forse ci darà il Cielo:
non ammirazione né vittorie
ma semplicemente essere ammessi
come parte di una Realtà innegabile,
come le pietre e gli alberi.
***
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