Appari maestosa o
disadorna,
struggente nel tuo
ineffabile splendore.
Talvolta spietata
o indifferente,
non per capriccio
ma per riprendere
equilibri
dall’uomo spezzati.
Nella ruota instancabile
del tempo,
sei nella goccia appesa
a un filo d’erba,
sei nel ruscello
che lucida i sassi,
sei nell’abisso
di un cratere addormentato.
E noi…
così lontani
dal rispetto per tale
gratuità,
così lontani
dall’ascolto dei tuoi
silenzi,
tesi solo
al dominio delle cose…
quando
ancora ci dovremmo
incantare
dinanzi a un arboscello
sbocciato
tra le fessure del cemento
in un mattino
a primavera.
Mariella Russo
***
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