Lì, al confine
tra la vita e la morte,
dove l’equazione suprema
mischia i suoi termini
e i conti non tornano più;
lì tra gli occhi schermati
di chi teme di non sentire
la carezza di un figlio
nell’ultimo respiro,
lì tra le corsie scomposte
dall’affanno di tentativi
vani o miracolosi.
Lì, perennemente
e instancabilmente voi,
senza riposo,
con occhi gonfi
del troppo vedere,
come angeli
sospinti da una mano divina
a portare conforto
a chi giace
inconsapevole
del proprio destino,
a chi si affida a voi
come a una madre
che tiene per mano
il figlio amato
senza dire nulla
perché questo basta
a dirgli tutto.
A voi,
dal profondo del cuore,
grazie!
Mariella Russo
***
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