Appare d’un tratto
dal poggiolo
affollato
lo scenario dei
sassi…
ed è un sussulto del
cuore.
Misere dimore di
tufo
si alternano a
grotte misteriose
dove si scorgono
umili arredi e
poveri cenci
testimoni
di antiche povertà.
Scale strette
in grovigli di
viuzze
che scendono,
scendono…
per poi inerpicarsi
tra le rocce
d’un presepe
immaginario.
Surreale, struggente,
ogni scorcio è magia
dove posare lo
sguardo,
un incrocio tra
reale e onirico
fatto di poveri
frantumi
che hanno saputo
ricomporsi
in un’unica grande
bellezza
da guardare con
occhi di fanciullo.
Mariella Russo
***
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