Che provasti papà
su giacigli di paglia e
foglie secche
che vibravano
ai sussulti di freddo e di
paura
in quel gelido inverno
di guerra?
Che provasti
nelle lunghe marce
tra fanghiglia di neve,
stretto dai morsi della
fame?
Che provasti
tra i tuoi compagni
che morivano di stenti
o sotto i colpi feroci
di ragazzi
con occhi crudeli?
Serbasti nel tuo cuore
la pena di quei giorni
e il ricordo di uomini
che attendevano con te
il ritorno alla vita
o l’incontro amaro
con la morte.
Ma la vostra voce
sempre sarà nel vento
come un turbine incessante,
testimone del tempo.
Mariella Russo
***
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