Papà,
quando ti penso
rivedo la tua sagoma curva
su quella sedia
dinanzi alla tua stanza.
Solo il tuo corpo
era presente,
la tua mente
nel buio galleggiava
e i tuoi occhi
dalla paura dell’ignoto
eran velati:
timore di un mondo sconosciuto,
assenza di ricordi
di persone care.
Papà,
quando ti penso
rivivo il bene
che mi hai voluto
senza indugi
e senza lesinare.
Mi lasciasti
la tenerezza del tuo sguardo
nei tuoi occhi mansueti
e il tuo sorriso
che non si è mai spento
nel guardarmi,
non padrone della vita
ma signore del mio cuore.
Mariella Russo
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