mercoledì 3 febbraio 2016

A mia madre




Ancora odo severi moniti lontani
e rivedo sguardi di trepide apprensioni.

Quasi mai con te io dividevo
l’intreccio di emozioni
che la mia giovinezza
sottraeva al vivere.

Lontane nel pensiero,
ognuna affacciata al suo balcone,
dove fiorivan rose oppure rovi,
dove scorgevi prati oppure strade.
Io con smania di vivere
tu di difendermi dal male.

Poi, col divenir madre,
i miei pensieri
 furono i tuoi
e come le tue
furono  le mie paure.

Mamma,
ti rivedrò
quando,
 nell’ora del tramonto,
mi prenderai per mano
e come libellule
voleremo oltre l’arcobaleno.

E ti coprirò di  fiori
dei più bei colori
e ti terrò stretta
come quando ero bambina
che, al timor del tuono,
piangendo,
la tua mano
stringevo nella mia.




Mariella Russo

 

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