Quando un popolo,
divorato dalla sete della libertà,
si trova ad avere a capo
dei
coppieri che gliene versano
quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo,
accade allora che,
se i governanti resistono alle richieste
dei sempre più esigenti sudditi,
sono dichiarati tiranni.
E avviene pure
che chi si dimostra disciplinato
nei confronti dei superiori
è definito un uomo
senza carattere, servo;
che il padre impaurito
finisce per trattare il figlio
come suo pari,
e non è più rispettato,
che il maestro non osa
rimproverare gli scolari
e costoro si fanno beffe di lui,
che i giovani
pretendano
gli stessi diritti,
le stesse
considerazioni
dei
vecchi, e questi,
per non parer troppo severi,
danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà,
nel nome della medesima,
non vi è più riguardo per nessuno.
In mezzo a tale licenza
nasce e si sviluppa
una mala pianta: la tirannia.
Platone