S’innalza
solitario
sul pendio
gentile
sopra
un tenero vello erboso.
Le
chiome son fitte,
d’un
verde profondo
e
raramente passeri e usignoli
s’inoltrano
tra i rami stretti:
se
ne stanno sulle punte
o
sulla cima stagliata contro il cielo.
Profuma
di resina pungente
e
trasluce di perle lucenti
sotto
la pioggia amica.
Muschi
e licheni
ricopron
la corteccia
e un
intrico di rami sotterranei
corrono
liberi nella terra madre.
Un
fruscio sommesso
è la
sua voce,
come
un canto lieve nel vento
complice
di una melodia antica.
Incantesimo
della natura,
piramide
perfetta,
sta
davanti allo splendore dei ghiacciai e,
muto
nello scorrere del tempo,
custodisce
forse il segreto
di
chi alla sua ombra
pensò
di non tornare più
agli
affanni della vita.
Mariella
Russo
***
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