Bussò il vento – come un uomo stanco-
Ed io garbata ‘Entra’ gli risposi
Con ferma voce – e allora egli rapido
Entrò nella mia camera-
Ospite senza piedi-
Invitarlo a sedere era impossibile
Tanto sarebbe valso presentare
All'aria una poltrona-
Ed ossa non aveva, per tenerlo-
Il suo parlare era come il fiato
Di molti colibrì ronzanti insieme
Da un celeste cespuglio-
Un’onda, la sua faccia - e mentre andava
Dalle dita una musica gli usciva
Di suoni tremuli
Soffiati nel cristallo-
Indugiò, sempre qua e là muovendo-
Poi timidamente
Bussò di nuovo – fu come una raffica-
Ed io rimasi sola-
(Emily Dickinson)
***
A tutti voi cari amici,
buon Lunedì