martedì 8 maggio 2018

L'abete


S’innalza solitario
sul pendio gentile
sopra un tenero vello erboso.

Le chiome son fitte,
d’un verde profondo
e raramente passeri e usignoli
s’inoltrano tra i rami stretti:
se ne stanno sulle punte
o sulla cima stagliata contro il cielo.

Profuma di resina pungente
e trasluce di perle lucenti
sotto la pioggia amica.
Muschi e licheni
ricopron la corteccia
e un intrico di rami sotterranei
corrono liberi nella terra madre.

Un fruscio sommesso
è la sua voce,
come un canto lieve nel vento
complice di una melodia antica.

Incantesimo della natura,
piramide perfetta,
sta davanti allo splendore dei ghiacciai e,
muto nello scorrere del tempo,
custodisce forse il segreto
di chi alla sua ombra
pensò di non tornare più
agli affanni della vita.

Mariella Russo

***

 

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